Migliaia sono i modi di recepire
questo senso. Le papille gustative sono disposte come una mappa e svolgono un
compito determinante. Scientificamente sono cinque i gusti a cui ogni settore
si distingue: com’è attenta e pignola la natura!
Li abbiamo tutti lì, vicini l’uno
all’altro questi recettori: salato, dolce, aspro, umami (individuato di
recente, recepisce i sapori nuovi, come sushi ecc.) e infine l’amaro. Cosa
succede però, se questi sapori si amalgamano? Dipende dalla situazione: ed ecco
che allora insieme al gusto, occorre la collaborazione della vista e degli
altri sensi.
Certo: insieme si associano e si
percepiscono più distinte le caratteristiche. L’olfatto poi è indispensabile,
non possono scindersi, il riconoscimento sarebbe quasi impercettibile.
Le prime a distinguere il sapore sono
le labbra e, quando il cibo arriva a toccarle, già si percepisce un piacere
sottile, si pregusta quasi a raggiungere una sorta di amplesso, sino ad
arrivare al trionfo del senso trangugiando il boccone del nostro peccato.
Ecco perché si parla di “peccato di
gola”. A pensarci bene è un incontro paragonabile a un rapporto tra amanti,
passionale e forte: necessario.
Scegliere un gusto a volte diventa
impossibile; per esempio io stessa non saprei, in questo momento, quale più mi
manda in visibilio.
Il sapore per eccellenza, quello
capace di offrire la soddisfazione più completa è quello del pane. Non c’è
nulla di più buono del pane. Fragrante e appena sfornato, manda in estasi anche
la mente. Con l’aggiunta di un filo d’olio d’oliva è una squisitezza divina!
Lo ritrovo impresso nell’angolo dei
ricordi e, pensandoci intensamente, ne percepisco l’aroma e quasi m’inebria.
Ritorno bambina quando, all’ora della merenda, nonna esordiva: «Cosa vuoi
mangiare, pane burro e zucchero..? » Adoravo quella fetta di pane, amorevolmente
spalmata, arricchita da un pizzico di
granuli bianchi, la giusta quantità per offrirmi la razione perfetta. Quel
sapore mi mandava in estasi. Lo scricchiolio dei granelli sotto i denti, si
perdeva nello strato burroso e si scioglieva, lasciandomi totalmente
soddisfatta.
Il piacere del pane, lo riscoprivo ancora
al mattino, quando la mia scodella di latte macchiato al caffè, si compattava
inzuppando i pezzi di pane del giorno precedente, che assorbendo il liquido, si
trasformavano in qualcosa di veramente sublime.
Il caffè, insieme al suo aroma è
anche tra i preferiti. Un attimo di godimento, un rito quotidiano, che ti da la
carica e ti senti rinascere; dura pochi minuti, non te ne rendi conto, ma le
tue papille si esaltano e lo trasmettono al cervello, che immediatamente si
accende, si carica di energia. Tutto avviene così rapidamente, che nemmeno ne
prendi coscienza Un frammento di vita, su cui poche volte mi fermo a
riflettere.
E il gelato? Non che ne sia mai
andata matta, ma associare i gusti è un arte: pistacchio e crema, stracciatella
e gianduia. Frutti di bosco e limone, fragola e una pallina di cioccolato…
centinaia gli abbinamenti. Il cioccolato l’elemento più amato dai nostri recettori,
ci completa, è un ottimo stimolatore dei sensi. Non sono golosa di gelato,
forse perché il freddo mi infastidisce; tuttavia, quando quei sapori si
sciolgono, è un’esplosione di piacere, il mio ego si concentra tutto lì, in
quel cucchiaino ricolmo di godimento è un altro di quei momenti che svanisce in
un attimo e non ti rendi conto di quanto sei stato vicino alla felicità, mentre
ti concentravi nell’assaporarlo, dimenticando tutti i tuoi problemi.
Dal mio punto di vista, non sono i
gusti di un cibo o una bevanda quelli capaci di farmi sognare. Diverso è il
sapore che in assoluto mi rapisce e mi porta in alto, verso méte da sogno: il
sapore del bacio. Scientificamente non riconosciuto o catalogato nella rosa dei
gusti, ovviamente, ma è divino, afrodisiaco ed esiste; il suo posarsi caldo dapprima
lieve e delicato, già ti fa perdere la cognizione; poi osa, l’assapori è
sensuale e sa di passione, di vita; sospiri e aspiri sino a che le due bocche
diventano tutt’una, si appartengono, le papille si sfiorano, si amano e si
desiderano, un godimento che non ha confronto e che accende tutti i tuoi sensi.
Percepisci sino all’ultimo fremito di piacere, ti perdi e ti abbandoni. E il
gusto si esalta, le labbra ora sfiorano la pelle calda di chi ami, l’assaggi.
Quel sapore sa di eternità, lo riconosci è unico e allora le labbra si cercano
ancora, perché il fuoco che arde diventi sublime, sino a che non ti abbandoni
totalmente. In quel momento il gusto è assoluto, è quello dell’amore condiviso,
lo ritrovi attraverso l’olfatto, mentre le labbra infuocate si saziano ancora e
non si spegnerebbero mai.
Cosa mai sarebbe la nostra esistenza,
se fosse privata delle emozioni scaturite dal gusto. L’amore stesso, non
sarebbe che una fredda e sterile condivisione di corpi senz’anima. Menomati, impotenti
a raggiungere una soddisfazione così elevata, da condurti in alto, sino oltre
le stelle.
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