La
mia fede vacilla, eppure credevo in te: dammi dunque un motivo per comprendere
l’epidemia che ha colpito me e il mondo intero: è inaccettabile un fallimento
simile.
Mi
hanno insegnato ad avere fede, non mi ponevo certo domande e non cercavo
risposte.
La
mia vita un tempo aveva un senso: i genitori, le premure, il sorriso dei
parenti e le chiacchiere con gli amici, vivevo entusiasta per ogni piccola
cosa, costruivo aspettative per il domani.
La
domenica, dopo la messa, insieme consumavamo la colazione al caffè all’angolo
di via Cavour. Nonna d’inverno indossava la sciarpa di pelliccia, avvolta al
collo lasciava una leggera scia di naftalina: le “camole” erano voraci, bisognava
prevenire.
Il
saluto cordiale alla gente se l’incontravamo sul nostro cammino, poi il pranzo
in una trattoria dai sapori genuini. Una
passeggiata in centro e nella stagione fredda si andava al cinema.
Lascia
ch’io comprenda questo vivere nevrotico da ansia di competizione, ambendo di essere
sempre all’altezza o superiori al prossimo: allo status.
Maledetto
denaro: non dovevi consentire fosse inventato un sistema così deleterio.
Abbiamo
smarrito gli ideali o forse non sono mai esistiti, siamo tutti mercenari e
corruttibili.
Ignoro
il senso del tempo impiegato insegnandomi a essere onesta e leale, a rispettare
il prossimo, la solidarietà: essere buoni o tolleranti, è un difetto non una
virtù.
Una
ragione concedimela per assimilare la nostra predisposizione a distruggere la
natura, inquinando un Pianeta meraviglioso come il nostro: siamo tutti impazziti?
Mi
commuovo nell’ammirare i suoi veri miracoli, mi perdo nell’emozione di un
tramonto, di un panorama, di un fiore che sboccia: sono capolavori
ineguagliabili.
Il
mare, la sua melodia e il canto degli uccellini, la terra che, come una madre,
ci regala i suoi frutti: un paradiso mai apprezzato rendendo nocivo ogni alimento
di cui ci nutriamo.
Invece,
sterminiamo animali indifesi per divertimento o indifferenza, molte specie già
si sono estinte, altre scompariranno per noncuranza: siamo anche noi in via di
estinzione?
Dammi
una ragione per concepire figli privi di un futuro, ignari orfani di emozioni:
non forniamo esempi, non raccogliamo che il male, ovunque si esalta l’effimero.
Spiegami
l’utero in affitto, orribile manipolazione genetica: si derubano ovuli alle
donne per creare futuri mostri, concedendo l’anima al diavolo pur di
permettersi vizi e stravizi? Non c’è logica.
Dammelo,
un motivo che giustifichi l’esistenza dei pedofili: preti, nonni, zii o padri
sconsiderati e perversi, capaci di rovinare la vita dei bambini.
Quali
colpe, a parte la nostra incapacità di vedere, si porteranno addosso per subire
maltrattamenti, sevizie, rapimenti o per essere messi in vendita? Sei tanto infuriato
con noi da restare indifferente?
Un
motivo, un misero piccolo frammento che spieghi i morti innocenti che
sprofondano nel nostro mare, per sfuggire alla guerra e alle violenze del loro
paese.
Migliaia
di vittime alla ricerca della libertà approdano sulle nostre coste, dove i
sentimenti di chi ci governa sono
sfumati, svaniti, evaporati come l’acqua da un bollitore, non resta che un odore
aspro.
Dammi
una qualsiasi ragione capace di spiegare l’odio di popoli senza altre ideologie
che la distruzione, incapaci di accettare esista un Dio unico, anche per chi
professa un credo diverso: muta il nome
con cui viene pregato.
Dammelo
un motivo per capire perché, anziché portare la pace e la tua parola di fede,
gli uomini di Chiesa consentono lo stravolgimento dei Comandamenti che ci sono
stati tramandati.
Dammi
una ragione, ti prego, per tornare a credere che tu possa salvarci da questa
rinnovata Babilonia e insieme riacquistando il sapore della semplicità
dell’unione, gli uomini torneranno a sorridere.
Questo
è un marciume dilagante inarrestabile: per quale motivo permetti tutto questo?
Ogni
giorno un individuo uccide un altro uomo, o la sua compagna, oppure scaraventa
un bambino dalla finestra per vendicarsi delle sue frustrazioni: gli animali non
arriverebbero a tanto.
Che
cosa ci ha contagiati, contaminati e avvelenati per renderci così distanti
dalla Tua volontà?
Dammi
una ragione per essere certa tu sia l’Onnipotente, che un tempo dal tuo fiato
sia stato generato l’uomo a tua immagine e somiglianza: non posso pensare a un
errore di valutazione.
Dammi
un motivo, per convincermi che il mio non sia che un momento di follia,
un’allucinazione.
La
mia in realtà è una preghiera; credevo nella tua superiorità di Padre Eterno
capace di indicarci il cammino, di raccontarci utili esempi tramite la storia,
ma è colma anch’essa di orripilanti malvagità.
Adesso
io stessa non so più guardarmi allo specchio, colpevole di essermi fatta
trascinare dal vento della presunzione.
Dammi
un valido motivo, liberami da questo incubo, fa che domani il mondo torni a
condividere l’amore e, tramite la tua luce, respireremo l’aria pura
dell’ottimismo.
Allora
tornerò a credere e, in ginocchio, saprò ancora pregare il tuo nome,
domandandoti perdono.
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